isola di plastica

Chiudete gli occhi e immaginatevi sdraiati su una spiaggia delle Hawaii o della California. Sole, caldo e un panorama meraviglioso. Ora però guardate più all’orizzonte.

Sembra esserci un’isola, ma no, non è un altro posto in cui stendersi piacevolmente per aumentare l’abbronzatura: è la Great Pacific Garbage Patch, l’isola di plastica.

Ebbene sì, si tratta di una vasta area di accumulo di plastica oceanica, così vasta da essere grande quanto tre volte la Francia.

Per sottolineare la portata del problema è stata provocatoriamente proclamata Nazione delle Isole Trash: il suo sindaco onorario è l’ex vice-presidente degli Stati Uniti Al Gore. Lo scorso autunno è stata presentata una petizione alle Nazioni Unite per il suo riconoscimento e per sostenere la causa migliaia di persone ne hanno già chiesto il passaporto.

La trovata pubblicitaria è stata opera di LADbible e ha subito trovato il consenso di molti, tanto da ironizzare sulla possibile creazione di una bandiera e di una sua moneta.

isola di plastica

Storia e conformazione dell’isola di plastica

Come ogni nazione che si rispetti l’isola di plastica ha una storia in cui affonda (è proprio il caso di dirlo) le sue radici.

La chiazza di spazzatura fu scoperta nel 1997 dal velista Charles Moore, mentre il nome le è stato dato da Curtis Ebbesmeyer, un oceanografo di Seattle esperto in correnti oceaniche e movimento di merci sparse in mare.

La fama dell’isola di plastica ora è dovuta soprattutto all’impegno della società olandese Ocean Cleanup Foundation, fondata dal ventitreenne Boyan Slat, che ha lanciato una campagna di raccolta fondi che saranno impiegati per la pulizia degli oceani.

isola i plastica

La società ha inoltre pubblicato un nuovo interessante studio su Nature, che conferma il fatto che il 99,9% dei rifiuti presenti in quest’area sono costituiti da plastica.

Sempre secondo lo studio il peso dei rifiuti che costituiscono l’isola di plastica corrisponde a circa 79.000 tonnellate, un peso 16 volte maggiore a quanto stimato fino a ora, e il 46% è costituito da reti da pesca.

L’ammasso di spazzatura che si concentra in quest’area è determinato dalle correnti che caratterizzano questa zona del Pacifico.

Naturalmente non ha l’aspetto di una vera e propria terra emersa, ma la concentrazione di spazzatura sta diventando sempre più densa, tanto da immaginare che da qui a una conglomerazione che vada a costituire una vera e propria isola il passo possa essere (tristemente) breve.

 

Foto © The Ocean Cleanup

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Scritto da Malika Franzo
Malika si occupa di social e content per Cricket Adv. Ha collaborato con il MuDeFri (Museo del Design del Friuli) e nel tempo libero è volontaria del FAI (Fondo Ambiente Italiano). Le piacciono le mostre d'arte, il mare in tutte le stagioni e i biscotti al cioccolato!