Il Triveneto è ricchissimo di parchi e giardini da visitare e quest’anno c’è un nuovo indirizzo da aggiungere alla lista degli imperdibili: il giardino di Villa Bolasco, a Castelfranco Veneto, ha avuto infatti l’onore di essere eletto “Parco più bello d’Italia”. Un riconoscimento importante che diventa la scusa perfetta per scoprire una delle grandi bellezze verdi del Veneto.
Chi l’ha detto che alle terme si va solo d’inverno? Vasche e piscine termali sono il rifugio ideale per una giornata di benessere, anche nella bella stagione: ve ne consiglio alcune da non perdere nel Triveneto e rigorosamente aperte anche d’estate.
Si è fatta un po’ attendere, ma gli alberi in fiore ci confermano che la primavera è finalmente arrivata. Le giornate sono più lunghe, il cappotto si può riporre nell’armadio e ci possiamo godere il risveglio della natura: cosa c’è di meglio quindi di una bella passeggiata in uno dei molti giardini del Triveneto?
Ecco alcuni parchi perfetti da visitare in primavera.
Giardino Sigurtà, Valeggio sul Mincio (VR)
È un grande classico e uno dei giardini più belli del Triveneto: il Parco di Sigurtà, una distesa di 60 ettari a poca distanza dal lago di Garda, merita sempre una visita. Marzo e aprile sono però indiscutibilmente il periodo perfetto per tornarci.
È proprio all’inizio della primavera infatti che si possono ammirare un milione di tulipani in fiore: un evento ormai atteso con trepidazione ogni anno, quando oltre 300 varietà riempiono di colore Sigurtà. La chiamano Tulipanomania ed è uno spettacolo da non perdere.
Il parco giardino Sigurtà è aperto tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.00; il biglietto d’ingresso costa 12,50 € per gli adulti e 6,50 € per i minori di 14 anni.
Villa Pisani, Stra (VE)
Lungo la Riviera del Brenta, Villa Pisani o la Nazionale è una delle più celebri Ville Venete ed è conosciuta, oltre che per gli affreschi del Tiepolo, anche per lo splendido parco che occupa un’intera ansa del fiume.
L’attrattiva principale è da sempre lo scenografico labirinto di siepi, che premia chi riesce a districarsi con una torretta da cui ammirare il percorso. Il giardino è stato anche premiato nel 2008 come “Parco più bello d’Italia”.
Si può visitare Villa Pisani dalle 9.00 alle 20.00 pagando un biglietto di 10 €, cumulativo per villa e parco. La prima domenica del mese si entra gratuitamente.
Giardini di Trauttmansdorff, Merano (BZ)
Nel 2005 invece il Parco più bello d’Italia è stato quello di Castel Trauttmansdorff, a Merano.
Il microclima particolare della zona ha permesso di creare in dodici ettari 80 giardini botanici, in cui ammirare piante di ogni genere suddivise in quattro aree tematiche: i Boschi del mondo, i Giardini del sole, i Giardini acquatici e terrazzati e i Paesaggi dell’Alto Adige.
Con l’arrivo della primavera il parco apre ai visitatori, che potranno godere della fioritura di oltre 300.000 bulbi come tulipani, narcisi e giacinti.
I giardini di Trauttmansdorff sono aperti dalle 9.00 alle 19.00 e il biglietto ha un costo di 13,00 €.
Parco di Miramare, Trieste
Da un castello all’altro, dalle montagne alla costa: Miramare è un altro parco in cui vale sempre la pena tornare.
Come il giardino di Merano è legato alla figura dell’imperatrice Sissi. Fu fortemente voluto da Massimiliano d’Asburgo, che per la sua realizzazione si avvalse di ingegneri, botanici e vivaisti oltre a trasferire sull’aspro promontorio di Grignano grandi quantità di terra da Stiria e Carinzia. Questo era infatti il suo amato giardino, dove continuò a spedire piante e alberi persino dal Messico.
Il castello di Miramare è aperto dalle 8.00 alle 18.00; se desiderate visitare gli interni il costo è di 8,00 € ma il parco è invece sempre accessibile gratuitamente.
Nel cuore delle Dolomiti, ai piedi della Marmolada, esiste un vero e proprio canyon scavato nella roccia: quello dei Serrai di Sottoguda, in provincia di Belluno.
Così come per le Grotte del Caglieron, anche in questo caso la meraviglia della natura che possiamo oggi ammirare è il risultato di una lunga opera erosiva da parte dell’acqua. La gola, lunga un paio di chilometri, è stata infatti scavata prima dall’azione dei ghiacciai e in seguito dallo scorrere del torrente Pettorina.