
Degradare la plastica naturalmente utilizzando gli enzimi: per ora è solo uno studio in fase di brevetto, ma decisamente interessante.
Un passo importante per l’ecosistema che ci circonda, vista la massiccia produzione di plastiche e il loro impatto sull’ambiente, in costante crescita.
Lo studio dell’Università del Messico
La ricerca arriva dalla Facoltà di Chimica dell’Università Nazionale Autonoma del Messico (UNAM), che ha sviluppato un progetto biotecnologico per degradare la plastica in soli 15 giorni.
Lo studio – intitolato Cutinasas recombinantes de Aspergillus nidulans para degradación de poliésteres – ha come elemento principale i cosiddetti cutinasi, particolare tipo di enzimi ricombinati prodotti artificialmente attraverso le biotecnologie.
La scoperta si basa per la precisione sull’isolamento del fungo Aspergillus nidulans (comune in frutta e verdura) e sul lievito Pichia pastoris, che ricombinati riescono a degradare il PET e altri poliesteri, rompendone i legami.
Le conseguenze positive dell’utilizzo di enzimi
Lo studio dell’Università Nazionale Autonoma del Messico, se ampliato come da progetto a livello industriale, potrebbe avere moltissimi risvolti positivi, soprattutto a livello ambientale ed economico.
Non parliamo solo di un aumento della plastica riciclata, anche se si tratta ovviamente del fattore principale. (Ricordatevi di effettuare sempre una corretta raccolta differenziata per fare la vostra parte!)
L’utilizzo di enzimi per riciclare la plastica è più pulito ed ecologico rispetto ad altri trattamenti oggi in uso: le reazioni chimiche avvengono a temperatura ambiente, senza creare quindi calore. Attraverso questo metodo è inoltre possibile disintegrare ben quattro tipi di poliesteri.
Siete interessati alla tematica? Ecco un estratto ufficiale della conferenza durante la quale è stato presentato lo studio.
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